
Poésie n° 22
Scrittura elegante e raffinata, morbida coma la seta e il velluto, lucente come il raso, questa di Marilyne Bertoncini. I suoi versi, « scintillanti cristalli », levigati e scolpiti con cura artigianale, emettono bagliori diamantini ; solo velatamente lasciano trasparire il mondo che li ha ispirati e da cui originano, simili alle bolle di sapone di Chardin « dove si riflette il mondo ».
La poesia di Marilyne preferisce creare universi paralleli e immaginati, silenziosi e ovattati, acquisisce l'eterea e impalpabile natura dei sogni sognati ad occhi aperti (« Abito la mia vita come un sogno »), si inoltra nei labirinti dei ricordi e delle rimembranze, conserva la verità nella « memoria viva delle pieghe » dove resiste come traccia, impronta, lacerto, grumo, incisione, abrasione, foro, ferita, cunicolo ; fessure che mettono magicamente in contatto amnesia e ricordo, prossimo e remoto, questa e l'altra « parte del mondo », le due facce delle cose, gli antipodi.
Poesia immaginifica ma senza allucinazioni e tensioni, allusiva ed evocativa, proprio come le immagini fotografiche che senza clamore, e in pieno concordia, l'accompagnano.
Giancarlo Baroni
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